La realizzazione di parcheggi interrati nei centri storici delle nostre città ha spesso conseguenze di rilievo tanto sotto il profilo urbanistico quanto sul piano dei ritrovamenti archeologici. Infatti di norma la superficie dell’intervento viene riqualificata e recuperata alla pubblica fruibilità – non di rado attraverso operazioni di rilettura dello sviluppo storico dell’area, operate in collaborazione con le Soprintendenze ai beni monumentali ed ambientali – mentre l’esecuzione degli scavi necessari per la realizzazione degli interventi in aree urbane centrali comporta in molti casi il ritorno alla luce ed il recupero di reperti archeologici di epoca medioevale o romana.

La possibile presenza di reperti archeologici nel sottosuolo viene guardata con preoccupazione da parte dei soggetti realizzatori dell’intervento (di solito le imprese associate nel raggruppamento aggiudicatario di una concessione di costruzione e gestione), come una fonte di ritardi ed un conseguente incremento dei costi dalla quantificazione incerta, tali da mettere a rischio il conseguimento dell’equilibrio economico-finanziario dell’intervento. Questo quadro negativo potrebbe cambiare in futuro, perché l’interesse culturale e sociale suscitato dal ritrovamento di reperti archeologici anche consistenti potrà essere considerato come un valore aggiunto non solo dalle pubbliche amministrazioni e, come è naturale, dalle Soprintendenze, ma anche dai media e dalla collettività cittadina. Per tali ragioni può accadere che la realizzazione di un determinato parcheggio interrato, che in una fase iniziale può essere avversata da associazioni ambientaliste o da gruppi di residenti, trovi in seguito sostegno ed incoraggiamento da parte della cittadinanza in ragione di quei valori di arricchimento culturale che fanno seguito al ritrovamento di memorie storiche.

Le amministrazioni pubbliche e le imprese hanno dunque un forte interesse a valorizzare questi aspetti di intervento culturale, mettendo in atto adeguate operazioni di divulgazione delle indagini archeologiche e degli interventi di recupero, e successivamente di esposizione dei reperti all’interno di percorsi “museali” integrati nella struttura del parcheggio. È anzi auspicabile che in futuro si possano coinvolgere Fondazioni ed Enti culturali anche nel finanziamento di opere che possono comportare un importante ritorno di immagine nella vita culturale cittadina. Va certamente riconosciuto che un allestimento espositivo di reperti archeologici realizzato lungo i percorsi pedonali all’interno di un parcheggio interrato presenta un interesse maggiore rispetto a manifesti pubblicitari dal contenuto più o meno scontato o a pareti anonime.

Negli anni recenti sono stati rinvenuti reperti archeologici di rilievo nel corso degli scavi per la realizzazione di importanti parcheggi interrati, come il parcheggio di Piazza Cittadella a Verona ed il parcheggio Riva Reno a Bologna. In relazione a quest’ultimo intervento, sono venuti alla luce i cospicui resti di una diga medioevale in muratura (risalente al XIII secolo) che sbarrava un canale urbano, formando un invaso destinato a riserva per la fornitura di energia idrica alle varie manifatture presenti nella zona (link al progetto). Una significativa porzione della diga è stata trasferita e ricostruita all’interno del Museo del patrimonio industriale di Bologna, dove ha trovato la sua definitiva collocazione espositiva, mentre sulla pavimentazione della piazzetta ricavata sulla copertura del parcheggio interrato è stata riprodotta la sagoma in pianta della diga, mediante l’accostamento di pietre di diverse tonalità e pezzature, permettendo così ai cittadini di riconoscere la posizione e le dimensioni dell’opera.

Come esempio particolarmente rappresentativo di un intervento in cui gli elementi urbanistici ed archeologici sono stati ben interpretati nel’ambito di un’operazione divulgativa culturale di ampio respiro, si può fare riferimento ai lavori di realizzazione del parcheggio interrato Novi Sad a Modena. Si tratta di un’opera importante non solo per l’estensione dell’area di scavo e per il numero di posti auto (1.700, distribuiti su due livelli in un’area rettangolare delle dimensioni di m 202 x 118 che, con i suoi 23.800 mq, rende quest’intervento il più esteso parcheggio interrato realizzato in Italia), ma anche per la posizione e per gli interventi di riqualificazione della superficie.

Il parco Novi Sad (ex ippodromo ed antica piazza d’armi a ridosso dell’antica Cittadella modenese) rappresenta un’importante area di attestazione per l’accesso al centro storico di Modena. L’impianto ha la tipica forma ad ellisse rettangolare degli ippodromi ed è fiancheggiato sul lato sud dagli edifici dell’ex Foro Boario, ora sede della Facoltà di Economia e Commercio, mentre sul lato nord è ancora presente l’edificio delle tribune dell’ex ippodromo cittadino, utilizzato per le corse al trotto e per gare motociclistiche tra il 1928 ed 1973. Nell’anello esterno hanno attualmente luogo alcune attività commerciali ambulanti a carattere periodico, come il mercato dell’antiquariato, che si tiene il quarto week-end di ogni mese. La vasta area all’interno dell’anello – che si presentava in uno stato non ben definito, in parte a prato poco curato ed in parte a parco alberato irregolare – è sede (soprattutto durante la bella stagione) di spettacoli e di altre manifestazioni ricreative tra cui, fino al 2003, il noto evento musicale Pavarotti & Friends.

L’area dell’ex ippodromo in un giorno di mercato, prima dell’inizio dei lavori di costruzione del nuovo parcheggio interrato. Sullo sfondo, l’edificio dell’ex Foro Boario, ora sede della Facoltà di Economia e Commercio.

Vista generale del cantiere, che mette in risalto le dimensioni dell’intervento (m 202 x 118) (Foto © Ernesto Tuliozi, per gentile concessione della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna).

Tutta l’area è attualmente oggetto di un ampio intervento di riqualificazione che prevede, oltre alla realizzazione del parcheggio interrato nel sottosuolo della zona interna dell’ex ippodromo, la creazione di un ampio parco sulla copertura del parcheggio, ben integrato nella restante superficie a verde, la messa a dimora di essenze arboree a complemento o in sostituzione di quelle esistenti lungo le fasce laterali e la realizzazione di una pista per attività sportive a piedi (corsa, jogging) lungo il bordo interno dell’anello asfaltato. L’intervento sarà completato con la sistemazione dell’asfaltatura esistente sull’anello esterno (adattandolo anche a gare amatoriali), la pavimentazione di alcune aree esterne adiacenti, la realizzazione lungo il perimetro interno dell’anello di impianti elettrici a servizio dei banchi del mercato ed un adeguato impianto di illuminazione pubblica.

Il parcheggio interrato sarà dotato di due accessi veicolari separati connessi con le principali direttrici di traffico verso il centro storico. Rispetto alla soluzione del progetto preliminare, che prevedeva un intervento a 3 livelli interrati distribuiti su una superficie più ridotta, è stata preferita l’attuale soluzione a 2 livelli soprattutto a causa della presenza a poca profondità di una falda acquifera che, nel caso di uno scavo più profondo, avrebbe comportato consistenti sottospinte idrauliche e conseguenti incrementi di costo per gli accorgimenti necessari a compensarle.

Il sistema di connessione veicolare interna tra i 2 livelli interrati è costituito da una rampa semiellittica posizionata sul lato est dell’edificio, costituita da due corsie separate, quella interna in salita e quella esterna in discesa, di larghezza non inferiore a m 3,50 e pendenza massima del 16,50%. Tutte le corsie di manovra dell’area destinata alla sosta a rotazione pubblica sono a senso unico di marcia con larghezza pari a m 6,00. Gli stalli, di dimensioni standard di m 5,00 x 2,50, ed i box auto da cedere ai privati in diritto di superficie – situati all’interno di aree riservate – sono posizionati a 90° rispetto alle corsie di manovra.

In primo piano, la platea di fondazione con gli appoggi per l’inserimento dei pilastri prefabbricati. Sullo sfondo, una parte già assemblata degli elementi prefabbricati che compongono la struttura dell’edificio.

Nel corso degli scavi sono emersi abbondanti reperti archeologici, tra cui un tratto di strada romana, i cui singoli elementi sono stati prelevati e catalogati per la ricostruzione sulla superficie del Parco archeologico (Foto © Ernesto Tuliozi, per gentile concessione della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna)

Le indagini archeologiche preliminari, condotte a più riprese, avevano fatto emergere la probabile presenza di reperti archeologici, che tuttavia si ritenevano limitati a manufatti in laterizio di epoca medievale o tardo romana. Invece l’estensione e la profondità dell’area di scavo ha permesso di riportare alla luce reperti di ben altra importanza: infatti è stato ritrovato, pressoché intatto, un tratto di strada romana basolata lungo 110 metri e largo 5÷6 m, con ancora ben evidenti i solchi lasciati dal passaggio dei carri. Inoltre sono emersi i resti di un complesso rurale con una vasca circolare di circa 14 m di diametro risalente alla prima età imperiale, oltre ad un notevole numero di anfore di varie dimensioni e ad alcune urne funerarie.

La qualità e l’interesse dei reperti hanno indotto il Comune di Modena, le Soprintendenze e l’impresa concessionaria Modena Park a concordare una nuova soluzione per il parco di superficie, che prevede la realizzazione di un ampio museo archeologico open air all’interno dell’area a verde sulla copertura del parcheggio. Sarà dunque possibile passeggiare sulla strada romana, tra le urne funerarie ambientate nel verde, e visitare la vasca circolare – all’interno della quale saranno collocate le anfore ritrovate – ricostruita al livello del prato e protetta da una schermatura vetrata superiore e laterale.

Il Parco archeologico, come è stato ribattezzato, prevede un percorso espositivo corredato da una serie di pannelli illustrativi sulla natura e sulla funzione dei reperti, sulla loro collocazione nell’ambito dell’evoluzione della struttura urbana di Modena, e sulle attività necessarie per il loro recupero, la classificazione e la conservazione. Si verrà così a creare un nuovo polo di attrazione per i cittadini, il cui interesse storico e culturale si unisce alla più ampia possibilità di fruizione, dato che l’accesso al parco sarà completamente gratuito, 24 ore su 24.

Attrezzature per la realizzazione degli scavi e delle armature del diaframma perimetrale del parcheggio. Le armature vengono inserite nello scavo perimetrale fino ad una profondità di quasi 18 metri.

Ritrovamento di tombe di epoca romana (Foto © Ernesto Tuliozi, per gentile concessione della Soprinten-denza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna).

I due edifici di protezione degli accessi pedonali del parcheggio, le cui linee architettoniche e le cui finiture estetiche sono state studiate in modo da integrarsi gradevolmente nell’ambiente del parco, oltre a contenere gli ascensori e le scale di accesso a piani interrati, avranno al loro interno un info-point, un book shop, un’area ristoro ed una sede espositiva adatta ad ospitare parte dei ritrovamenti archeologici. Il centro, aperto al pubblico, svolgerà attività correlate a quelle del vicino Museo civico archeologico. In alcuni tratti delle scale del parcheggio sarà inoltre possibile osservare i diversi strati di terreno che hanno segnato epoche importanti per la storia della città e che sono stati successivamente ricoperti dai depositi alluvionali.

Verranno mantenuti il tracciato della pista e la tribuna dell’ex ippodromo la quale, con l’area antistante, potrà accogliere 4.500 spettatori seduti, in occasione di rappresentazioni a carattere storico rievocativo o di spettacoli ed eventi musicali che continueranno ad aver luogo nello spazio ad essi destinato.

La stampa ed i media cittadini hanno dato ampio risalto alle operazioni di scavo, al ritrovamento dei reperti ed alle soluzioni che saranno adottate per la loro valorizzazione. Si è venuto così a creare un clima di attesa per l’inaugurazione dell’intervento e per la fruizione delle nuove opportunità offerte, che ha trasformato una certa resistenza iniziale da parte di alcuni settori della cittadinanza, i quali non vedevano di buon occhio la costruzione del nuovo parcheggio, in una valutazione positiva dell’intera operazione, percepita ora come vantaggiosa e meritoria per lo sviluppo culturale della città,

L’organizzazione del Parco archeologico sulla superficie del parcheggio interrato.

Ambientazione notturna dell’itinerario del Parco archeologico, con la ricostruzione della strada romana, le lapidi ed i pannelli illustrativi e didattici

Studio della posizione dei corpi emergenti del parcheggio e degli itinerari del Parco archeologico,

Anche questa cisterna di epoca romana verrà ricostruita sulla superficie dell’intervento (Foto © Ernesto Tuliozi, per gentile concessione della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna).

Le soluzioni studiate per le strutture dei corpi emergenti hanno avuto come obiettivo la migliore integrazione nell’ambiente circostante

Ambientazione dell’area dei pannelli, inseriti in una struttura di protezione anti intemperie ed illuminati in modo da poter essere ben leggibili anche di notte

Studio per l’atrio dell’accesso principale, all’interno del quale saranno ricavate aree espositive e museali.

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